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Morti sul lavoro, edilizia e agricoltura i settori più a rischio

Il tema degli infortuni professionali è stato affrontato venerdì 27 ottobre a Treviso, nella sede di UNIS&F Lab. Secondo i dati forniti dallo Spisal sono gli occupati nei settori edile e agricolo le vittime più frequenti di incidenti mortali sul lavoro mentre il comparto della meccanica conta il maggior numero di infortuni gravi

Quando si parla di sicurezza sul lavoro il “fattore culturale” è quello che fa la differenza. Lo sa bene UNIS&F, la società di formazione di Confindustria Veneto Est e Confindustria Alto Adriatico che da sette anni organizza “10 volte sicurezza” ciclo di 10 incontri gratuiti e aperti al pubblico per sensibilizzare sul tema della sicurezza sui luoghi di lavoro. Perché di cultura, formazione e sensibilizzazione c’è ancora tanto bisogno. Lo confermano i dati forniti nel corso dell’incontro dal titolo “La top 10 degli errori sulla salute e sicurezza: confronto con lo Spisal” che si è tenuto venerdì 27 ottobre a Treviso, nella sede di UNIS&F Lab e che ha richiamato in aula oltre un’ottantina tra aziende e tecnici della sicurezza.

Secondo i dati forniti dallo Spisal, sono gli occupati nei settori edile e agricolo le vittime più frequenti di incidenti mortali sul lavoro mentre il comparto della meccanica conta il maggior numero di infortuni gravi. Dall’utilizzo di attrezzi vetusti alla disattivazione dei sistemi di sicurezza dai macchinari al mancato o scorretto utilizzo dei DPI, le cause degli infortuni sul lavoro sono molteplici. Gli infortuni seguono anche un trend stagionale, nei periodi che anticipano e seguono le ferie, ad esempio, si registrano il maggior numero di incidenti, mentre, hanno rilevato i tecnici dello Spisal, con l’introduzione del Superbonus 110% si è verificato, in alcuni casi, un abbassamento dei livelli di sicurezza nei cantieri edili. La mancanza di formazione e la scarsa considerazione dei rischi stanno alla base delle abitudini pericolose sul lavoro, anche se oggi, hanno convenuto i relatori presenti all’incontro, la consapevolezza delle aziende in tema di sicurezza è in generale molto elevata. Dal 2012 al 2021 in Veneto si sono verificati 445 infortuni mortali, con la provincia di Treviso al secondo posto della triste classifica (69 incidenti) preceduta da quella di Verona (92). 

«Pur essendo le tipologie di infortuni estremamente varie – ha precisato Pasquale Costanzo, Direttore generale UNIS&F – vi sono delle causalità infortunistiche statisticamente ricorrenti che, se conosciute e analizzate, consentono alle aziende e ai tecnici della sicurezza di poter ridurre il rischio di infortunio. Le testimonianze dello Spisal di Treviso che hanno presentato i report su alcuni dei casi più comuni di infortuni e denunce di malattie professionali nella Provincia, ci aiuta a mettere a terra percorsi formativi sempre più mirati ed efficaci».

«Con questo incontro siamo arrivati al giro di boa di 10 volte sicurezza –ha specificato Matteo Scomparin, Responsabile Servizi Sicurezza – Ambiente – Sistemi di Gestione UNIS&F – il prossimo evento è previsto per il 6 novembre, sempre all’UNIS&F Lab di Treviso. Grazie alla collaborazione con Contarina Spa parleremo di sana alimentazione come aspetto importante della prevenzione. La sicurezza sul lavoro passa anche attraverso corretti stili di vita».

Se, da un lato, le aziende sono chiamate a mettere in campo azioni specifiche che vanno dall’adozione  dei DPI alla formazione per i propri operatori, anche per questi ultimi c’è la necessità di una crescita di consapevolezza soprattutto sulla valutazione dei rischi che si corrono sul luogo di lavoro. «Il fenomeno infortunistico colpisce sempre perché anche una sola persona che si fa male è una persona di troppo – ha sottolineato Elena Bonafé, Responsabile Area Ambiente e Sicurezza di Confindustria Veneto Est aprendo i lavori – secondo i dati Inail a livello nazionale gli infortuni in azienda in generale sono in crescita di circa il 13%. Ma il dato interessante è il calo, nel 2022, degli infortuni mortali che sono stati 606 contro i 738 del 2021. Il 38% della totalità degli incidenti (sommando  quelli lievi e quelli gravi) avviene nei siti industriali mentre il 25% nei cantieri e il 22% in agricoltura. Per capire dove andare a fare prevenzione dobbiamo capire quali sono gli errori e dove avvengono e qui si possono individuare alcune macro aree: il mancato utilizzo del DPI (33%) che ci sono ma non vengono usati, non corretta applicazione delle norme e delle procedure aziendali in ambito sicurezza (37%) e qui l’azienda ha il compito di trasmettere ai lavoratori la corretta percezione del rischio. Dalla somma di questi due dati otteniamo circa il 70% di infortuni che avvengono per comportamenti errati mentre “solo” il 30% è legato a problemi strutturali (macchine non a norma, ecc…). Quindi il grande lavoro che dobbiamo fare, e noi come Confindustria siamo molto attenti a questo, è proprio sull’aumento della consapevolezza del rischio».

«Viviamo una transizione energetica nella quale tutte le nostre progettualità non devono mai smarrire la sostenibilità sociale, il che vuol dire mettere al centro di ogni azione la sicurezza della persone  – ha detto Michele Viglianisi, Vice Presidente di Confindustria Veneto Est con delega Ambiente e Sicurezza. – E’ davvero fondamentale diffondere una cultura condivisa della sicurezza sul lavoro ed è ancora più potente farlo con un gioco di squadra. Imprese, lavoratori, organismi di vigilanza per un obiettivo comune che è quello di uscire dall’emergenza».

 «Le cause degli infortuni sono molteplici – ha sottolineato Maria Domenica Pedone, Direttrice Spisal ULSS Marca trevigiana – e, anche se il trend degli infortuni in generale è in diminuzione, nella provincia di Treviso negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un picco di eventi gravi. La cultura della sicurezza si sta però diffondendo e incontri come quello organizzato da UNIS&F denota la volontà di lavorare in sinergia con i lavoratori, le associazioni datoriali e la ULSS proprio per andare tutti nella stessa direzione. Tra l’altro proprio in questi giorni è partita la campagna regionale per la sicurezza sui luoghi di lavoro e lì si dice chiaramente che la responsabilità della sicurezza non è di qualcun altro ma è di tutti».

«Oggi le aziende sono consapevoli che la sicurezza è parte integrante dell’organizzazione aziendale – ha aggiunto Francesco Schiavon, consulente UNIS&F esperto in materia di sicurezza sul lavoro – dalla quale possono derivare enormi vantaggi economici, aspetto che deve andare di pari passo con quello umano. La sicurezza dei lavoratori è una formidabile occasione di crescita e le numerose soluzioni che possono essere messe in atto per perseguire e raggiungere questo obiettivo rappresentano una sfida. La prima è quella di cambiare le mentalità di tutti i livelli aziendali. La sicurezza è una catena fatta di numerosi anelli, organizzativi, gestionali, tecnici, formativi e tutti devono avere pari dignità e resistenza. La catena si rompe quando uno degli anelli è sovradimensionato a scapito degli altri. Il coinvolgimento dell’operatore in tema di sicurezza è un aspetto imprescindibile».

                                             Fonte: trevisotoday.it

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