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Mattarella: intollerabile sequenza morti sul lavoro, la sicurezza non è costo ma dovere
Il monito del presidente della Repubblica: occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione
«L’intollerabile e dolorosa progressione delle morti e degli incidenti sul lavoro sollecita una urgente e rigorosa ricognizione sulle condizioni di sicurezza nelle quali si trovano a operare lavoratori». È il monito del presidente della Repubblica Sergio Mattarella pronunciato in occasione della 73esima Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro: «Morire in fabbrica, nei campi, in qualsiasi luogo di lavoro – afferma il Capo dello Stato – è uno scandalo inaccettabile per un Paese civile, un fardello insopportabile per le nostre coscienze, soprattutto quando dietro agli incidenti si scopre la mancata o la non corretta applicazione di norme e procedure».
E ancora: «La sicurezza non è un costo, né tantomeno un lusso: ma un dovere cui corrisponde un diritto inalienabile di ogni persona. Occorre un impegno corale di istituzioni, aziende, sindacati, lavoratori, luoghi di formazione affinché si diffonda ovunque una vera cultura della prevenzione», conclude il capo dello Stato.
Calderone: più formazione e controlli
«Siamo tutti responsabili, istituzioni, parti sociali, associazioni» per individuare i percorsi e gli strumenti più efficaci nella lotta agli incidenti sul lavoro. «E l’impegno del governo c’è»: lo afferma la ministra Marina Elvira Calderone. «Il tema è assolutamente prioritario», ha assicurato Calderone intervenuta all’evento dell’Anmil per la 73ma Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, sottolineando come sia «necessario» intervenire sul Testo Unico sugli infortuni e sulle norme sulla sicurezza. La ministra ha quindi insistito su come sia fondamentale «il tema della prevenzione e della cultura della scurezza del lavoro». Per questo, ha affermato, un ruolo centrale deve averlo la formazione, ma anche la scuola «che deve insegnare ai ragazzi a diventare testimonial della sicurezza sul lavoro». Bisogna poi combattere il fenomeno degli infortuni «con una rete di controlli che sia sempre più efficace», a partire dall’azione dell’Ispettorato del lavoro, ha sottolineato ancora Calderone.
Anmil: 3 morti al giorno sul lavoro e oltre 2.000 feriti
«Purtroppo continuiamo a contare tre morti al giorno sul lavoro e oltre 2.000 infortuni, come nel 2008», anno in cui è stato emanato il Testo Unico sulla sicurezza dei lavoratori. È il grido d’allarme del presidente dell’Anmil, Zoello Forni, intervenuto in occasione della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. «L’incidente di Brandizzo ha riacceso l’attenzione sui media e dell’opinione pubblica sulle morti sul lavoro, di cui spesso si parla solo nelle occasioni più eclatanti. Sotto i nostri occhi si consuma invece quotidianamente una strage silenziosa».