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Diritto all’oblio, per la Corte europea dei diritti non si deve cancellare nulla dal web

La Corte europea dei diritti dell’uomo (Cedu) di Strasburgo è dell’opinione che, per principio almeno, non bisogna cancellare nulla dal web, opinione condivisa anche dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi). La commissione Giustizia del Senato in merito al diritto all’oblio invece viaggia in direzione opposta.

Il tema è ritornato di attualità con la sentenza 71233/13 emessa da Strasburgo, relativa alla causa Fuchsmann contro la Germania, con cui Fuchsmann stesso, associato dal New York Times a un giro di criminalità, si è visto negare il diritto all’oblio dai giudici di Strasburgo, incassando lo stesso diniego che gli era stato riservato dalle istanze tedesche.

Secondo la Cedu, tra la libertà di stampa e il diritto alla reputazione deve prevalere la prima per diversi motivi, primo dei quali la necessità di proteggere gli archivi dei giornali e conservarli per i posteri. Il segretario Fnsi Raffaele Lorusso approva questa linea.

Nel frattempo la commissione Giustizia del Senato italiano, che si sta occupando del disegno di legge sulla diffamazione, dovrà affrontare anche l’emendamento con cui la senatrice Rosanna Filippin chiede che sia il garante per la Privacy, l’ente preposto a decidere quali notizie rimuovere dal web, anche in assenza di condanne per diffamazione.

Da questa possibilità si dissocia il vicepresidente della commissione Felice Casson, incline a sposare la filosofia della sentenza Cedu e più orientato a procedere con eventuali cancellazioni solo in caso di condanne definitive che attestano la non veridicità delle notizie che i singoli ricorrenti ritengono discriminanti.


Fonte: wired.it

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