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La banca? Milioni di correntisti non vanno più in filiale
Filiale? La banca è sullo smartphone
Se navigano in rete, quasi sempre sbirciano il conto corrente. Solitamente lo fanno seduti davanti al pc, ma l’uso dello smartphone cresce a doppia cifra. Non serve certo una laurea per monitorare entrate e uscite, infatti la maggioranza di loro ha il diploma. E a guidare le legioni degli smanettoni non sono i correntisti giovani, ma coloro che hanno varcato la soglia degli “anta”. CheBanca! traccia l’identikit dei correntisti italiani. E la settima edizione del Digital Banking Index dimostra inequivocabilmente come la liberalizzazione del 2015 abbia impresso dinamicità al settore. I gruppi tradizionali si sono rinnovati, i correntisti sono mediamente più informati e cambiano banca valutando soprattutto due aspetti: costi e grado d’innovazione dei servizi offerti.
Quanti sono i correntisti smanettoni
La ricerca è stata condotta da Human Highway per conto di CheBanca! dal 3 all’11 marzo 2017, ha coinvolto circa 3 mila italiani e misura la digitalizzazione del settore bancario nel nostro Paese. Su 29,7 milioni di italiani che a marzo 2017 si sono collegati alla rete, ben 18,4 milioni hanno usato la rete per accedere ad almeno uno dei loro conti correnti. Per ogni italiano la media è di 3 accessi al mese al proprio conto via web. E se in generale due italiani su tre (62,1%) hanno usato la rete per entrare in banca, in 5,5 milioni hanno avuto accesso ai loro conti correnti in modalità esclusivamente tradizionale, attraverso personale della filiale, per telefono o con un consulente. Chi sceglie il “fai da te”, evitando di recarsi in filiale, utilizza più spesso il sito web (17,6 milioni di clienti) rispetto all’app della banca (5,9 milioni), modalità comunque in crescita del 31% negli ultimi 12 mesi.
Chi sono i correntisti smanettoni
I 18,4 milioni di correntisti online possiedono poco più di 24 milioni di conti. Una media pari a 1,31 conti online per individuo, che riflette l’enorme offerta di servizi bancari in remoto. Le applicazioni dei primi 24 gruppi bancari al momento disponibili sono 109, in crescita rispetto alle 91 di un anno fa. L’ampia offerta e la semplicità d’uso hanno favorito l’accesso alle funzionalità online non solo ai giovani. Escludendo gli over 65, tutte le altre fasce d’età dei correntisti riportano percentuali simili nell’utilizzo dei servizi bancari in rete. Naturalmente sono i giovani a fare la parte del leone, con il 55% dei correntisti online che ha meno di 45 anni. Ma il numero di correntisti online è praticamente pari al numero di chi ricorre alla filiale anche nella fascia d’età 55-64 (14% e 15%), così come tra i 45-54enni (21% e 24%). Inoltre la concentrazione dei correntisti online è leggermente superiore alla media nei piccoli centri con meno di 3 mila abitanti, dove a incidere presumibilmente è la più bassa densità di sportelli e filiali a disposizione.
Banche, perché si usano pc e smartphone
I correntisti online effettuano principalmente due attività con pc e smartphone: la consultazione dell’estratto conto e dei documenti informativi (78%) e i pagamenti (58%). Bassa, invece, la quota di chi fa operazioni più complesse come quelle legate alla gestione del risparmio (in calo al 10%) e agli investimenti (8%). Un milione di utenti utilizza esclusivamente l’app (+137% in 2 anni), ma anche in questo caso si tratta di operazioni veloci e di base: il 29% accede per controllare saldo e movimenti e il 23% per effettuare bonifici e pagamenti.
La filiale serve ancora
Il 24% dei correntisti online non si è mai recato negli ultimi tre mesi in una filiale fisica della banca presso la quale possiede il conto online. Eppure la stragrande maggioranza dei correntisti online (76%) è stato almeno una volta in una filiale negli ultimi 3 mesi, per l’aggiornamento della documentazione o per compiere pagamenti e operazioni di una certa complessità, come la gestione del risparmio). Del resto la visita in filiale è il canale più utilizzato per l’apertura di un nuovo conto, mentre il call center non riveste particolare importanza. «Nonostante la forte crescita del digital banking in Italia, non esiste un canale principale in assoluto, ma si identificano invece più profili e abitudini di consumo», spiega Alessandro D’Agata, Direttore Generale di CheBanca!
Turnover, le banche come i gestori telefonici
Abbiamo già sottolineato come 18,4 milioni di correntisti online posseggano circa 24 milioni di conti. Una media pari a 1,31 conti online per individuo, che riflette da un lato l’enorme offerta di servizi bancari in remoto, dall’altro come la liberalizzazione del 2015 abbia impresso dinamicità al settore bancario. La chiusura di un conto corrente nell’ultimo anno ha riguardato 3,1 milioni di persone, mentre oltre 9 milioni di individui attivi nel digital banking hanno attivato un nuovo conto bancario negli ultimi due anni. Del resto il numero di correntisti online che hanno aperto un conto nell’ultimo anno è maggiore rispetto a quelli che ne hanno chiuso almeno uno, con un saldo positivo di circa 1,5 milioni di unità. Nell’ultimo anno i conti correnti aperti online o via telefono sono pari al 37%, anche se la maggioranza è stata aperta in filiale, oppure attraverso un conoscente o promotore (17%).
Perché si chiude un conto e si apre uno nuovo
Nel caso della chiusura prevalgono le considerazioni legate al costo del servizio: si tratta di quasi due casi su tre, considerando sia il costo in termini assoluti che il costo relativo a un’offerta alternativa. Gli aspetti legati alla soddisfazione del servizio sono in crescita e responsabili di oltre 4 chiusure del conto ogni 10. I clienti che hanno appena aperto un conto presso le nuove banche digitali, invece, mostrano di essere particolarmente sensibili all’esperienza di utilizzo dei servizi online in mobilità: app, corte contactless e riconoscimento intelligente dell’identità. Per portare con sé solo lo smartphone e lasciare il portafoglio a casa.
Fonte: corriere.it