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Sicurezza: il DVR per chi guida mezzi aziendali stradali 

Un caso abbastanza discusso: l’uso del cellulare alla guida

Un caso abbastanza discusso: l’uso del cellulare alla guida.
È evidente che ogni motivo di distrazione del driver può essere causa scatenante per un incidente stradale. Questa distrazione può derivare da uno stato di forte preoccupazione personale, da una discussione con i passeggeri e anche dall’uso del cellulare. Un tempo un amico mi disse che la musica a troppo alto volume poteva essere causa di distrazione. In generale possono esistere molte azioni del driver che portano ad una ridotta attenzione rispetto al proprio compito principale.

La questione del cellulare presenta però alcuni fattori aggravanti che lo stesso codice della strada individua: tenere in mano il telefono per conversare senza usare vivavoce o auricolari (sui secondi avrei qualcosa da ridire perché comunque riducono significativamente la capacità auditiva, almeno su certe frequenze); comporre un numero sul tastierino con vettura in moto distogliendo gli occhi dalla strada … ma in realtà è lo stesso fatto di conversare al cellulare che è fonte di distrazione, ben maggiore di quella derivante da un dialogo con un passeggero. Non è una asserzione mia ma è dimostrato da studi di origine prevalentemente anglosassone e nord europea.

Allora? L’uso del cellulare, pur nel rispetto del codice della strada, ed utilizzando tutti i sistemi più moderni per ridurre quasi a zero la componente di distrazione visiva, è comunque una delle possibili cause profonde degli incidenti.

Gli elementi della valutazione dei rischi

Quindi per effettuare la valutazione dei rischi partiamo dal presupposto di avere tutti driver idonei sotto il profilo medico, e anche senza limitazioni (quelli li dovremo gestire singolarmente).

Elenchiamo dunque con ordine gli elementi della valutazione:

  • Driver (sotto il profilo comportamentale “medio”, l’esperienza, la formazione …)
  • Veicolo (anche qui veicolo “medio”)
  • Missione” (naturalmente la media generale per quella categoria di driver: lunghezza e ore di guida e tipo di lavoro quando non è alla guida)
  • Percorso (pericolosità della strada, eventuali situazioni stagionali) naturalmente considerando la media della zona ove normalmente opera quella famiglia di driver

Ad ognuno di questi elementi corrispondono una serie di fattori di cui tenere conto, anche senza pesarli o tracciarli: il rischio sarà l’esito di una sorta di moltiplicazione dei quattro fattori indicati cui dunque andrà attribuito un livello secondo una scala predefinita. Il peso dei quattro elementi citati NON sarà omogeneo.

La gravità che non ho citato sarà un valore medio fisso in funzione della tipologia di veicolo dato che i sistemi di protezione passivi sono più o meno gli stessi all’interno di una famiglia di veicoli: camion, auto, moto, motorini, biciclette, monopattini (!) ecc. La formula può essere costituita su questi numeri: numero di incidenti dichiarati, numero di persone coinvolte, numero totale di morti, numero totale di invalidi, numero di ricoverati.

Driver

Fattori di cui tenere conto (sempre valori medi per gruppi omogenei):

  • Tipo di mansione (a parte la questione guida)
  • Età (suddividerei sino a 30; 30 – 50; oltre 50 anni)
  • Formazione (corsi guida sicura e guida difensiva, ripetizione periodica dei corsi)
  • Anni di esperienza (da quanti anni ha la patente: meno di 5; oltre 5)
  • Eventuali limitazioni sulla patente (guida con lenti ecc.)
  • Eventuali sanzioni gravi subite (sospensione della patente)
  • Numero di contravvenzioni subite col mezzo aziendale (eviterei di fare troppe distinzioni sui motivi perché comunque il numero è già un buon indice della propensione della persona verso le regole).

Veicolo

Anche qui i fattori che influenzano il giudizio sono diversi:

  • Tipo di veicolo (corrispondente grossomodo con il tipo di patente richiesto per quel genere di veicolo: A, B, C presumendo una maggiore pericolosità complessiva per A e C)
  • Se pertinente: classe delle autovetture
  • Età del veicolo
  • Km percorsi
  • Dotazioni di sicurezza ADAS
  • Regolarità della manutenzione
  • Incidenti
  • Guasti gravi

Missione

La missione corrisponde in certa misura col modo in cui il lavoratore svolge la propria mansione. Naturalmente per gli aspetti che possono avere qualche impatto sulla sicurezza alla guida affermerei due cose: un lavoratore fisicamente provato o innaturalmente stanco non sarà certo un ottimo driver. Ma il lavoratore non sceglie cosa fare della sua giornata ma ha un compito assegnato da altri che a loro volta possono avere vincoli che li spingono a “esagerare”. È chiaro che, se per un singolo giorno accade una situazione anomala, la questione dal punto di vista della sicurezza della organizzazione ha poco significato, ma chi comanda deve essere ben cosciente che chiede al suo sottoposto di esporsi a un livello di rischio che esorbita quello abituale: sarà il caso di avvertire anche il driver che sicuramente lo capisca da solo, ma a scanso di equivoci.

Vediamo quindi quali fattori possiamo considerare:

  • Orario di lavoro stabilito per contratto (ricordo che quello nazionale può essere ricontrattato fra aziende e sindacati sia per settore che per singola azienda, ovviamente entro limiti stabiliti)
  • Numero di ore alla guida (media giornaliera)
  • Numero medio di km percorsi giornalmente
  • Numero medio di ore lavorate non alla guida
  • Eventuali fattori peggiorativi (prevalenza di guida notturna)

Percorso

È noto che a seconda del tipo di strada gli incidenti e le relative conseguenze variano; consideriamo tre grandi famiglie: strade urbane, strade extra urbane e autostrade. È abbastanza vero che le statali normalmente godono di migliore manutenzione delle provinciali ecc., ma non mi spingerei a tanto dettaglio. Comunque ragionerei così: considererei delle zone associate ad un certo gruppo di driver. E per ognuna di queste considererei:

  • Tipologia di strade
  • Stato di manutenzione medio delle strade
  • Eventuale esposizione a fenomeni naturali che impattano sulla sicurezza (neve, ghiaccio, frane frequenti …)
  • Numero di incidenti medio per anno e per km sulle strade di quella zona
  • Forse andrei a considerare anche il numero di incidenti mortali ma qui, a mio avviso, se la zona è piccola il dato rischia di essere davvero poco significativo; diciamo che vale sono per zone che corrispondono almeno ad una regione.

Ovviamente ci sono casi particolari di zone: se un mio gruppo si muove in auto esclusivamente a Milano, Monza e hinterland mentre un altro, che segue un prodotto diverso, si muove su tutta la Lombardia direi che le situazioni si possono difficilmente ritenere omogenee.

 L’obiettivo:

  • Assolvere un obbligo di legge
  • Ragionare su un tema assai sottovalutato

                                                                                                                                                                                                                                             Fonte:puntosicuro.it

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