- Pa: trasparenza siti, il Garante Privacy chiede più tutele per i dati personali
- Dossier sanitario: il Garante Privacy sanziona una Asl
- Quando il preposto è ritenuto responsabile dell’infortunio accaduto a un lavoratore
- Trasporti: Garante Privacy, più tutele per i dati degli abbonati Sanzionata un’azienda che aveva raccolto consensi marketing non validi
- Trasporti: Garante Privacy, più tutele per i dati degli abbonati Sanzionata un’azienda che aveva raccolto consensi marketing non validi
- Rischio chimico: chi ha la responsabilità della compilazione delle SDS?
- Gli infortuni nel settore industria e servizi nel 2022
- Sulla responsabilità per infortuni presso macchine non conformi
- Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: un manuale per la prevenzione
- Amianto, Direttiva UE 2023/2668: nasce una nuova figura professionale Amianto, Direttiva UE 2023/2668: nasce una nuova figura professionale Autore: Ufficio Stampa
- Agenti cancerogeni e mutageni: ambienti di lavoro e attività a rischio
- Quando il comportamento di un lavoratore è imprevedibile o abnorme
- La valutazione del rischio e la prevenzione della violenza in sanità
- App per diabetici: il Garante Privacy multa una società di dispositivi medici Aveva inviato in chiaro e-mail a centinaia di pazienti diabetici
- Data breach: il Garante sanziona UniCredit per 2,8 milioni di euro Multa di 800mila euro anche alla società incaricata di effettuare i test di sicurezza
- Telemarketing: il Garante privacy sanziona Enel Energia La società non aveva protetto le sue banche dati da accessi di procacciatori abusivi
- L’RSPP non è tenuto ad assicurarsi che il datore di lavoro adempia
- E-mail dei dipendenti, il Garante privacy avvia una consultazione pubblica
- Antivirus prometteva di proteggere la privacy degli utenti ma in realtà faceva l’esatto opposto, Avast sanzionata per 16,5 milioni di dollari
- Lavoro, Calderone: in prossimo Cdm provvedimento organico in materia di salute e sicurezza
Steve Jobs diventa un marchio di abbigliamento italiano
Steve Jobs napoletano? Un’ipotesi che fino a qualche tempo fa remota, e probabilmente frutto di qualche romanzo, ma che grazie a due imprenditori partenopei è diventata realtà.
Si chiamano Vincenzo e Giacomo Barbato, e come dicevamo poco sopra sono due imprenditori di Napoli che hanno deciso di chiamare la loro azienda con il nome del fondatore di Apple, facendosi carico di tutti i rischi del caso ed affrontando, come abbastanza prevedibile, una dura battaglia legale contro il gigante di Cupertino, che gli ha immediatamente fatto causa. “Ci sono arrivati quattro enormi faldoni in ufficio direttamente dalla sede della Apple a Cupertino. All’inizio abbiamo avuto un pò di timore. Ci sembrava di intraprendere la tipica battaglia di Davide contro Golia. Ma sentivamo di essere dalla parte della ragione e siamo andati avanti per le vie legali, fino a dimostrare di avere la legge dalla nostra parte” hanno affermato i due ai microfoni di Repubblica.
Causa che ha visto il giudice dar ragione ai due fratelli, dal momento che il marchio “Steve Jobs” non era mai stato registrato dai legali del colosso della Silicon Valley. Il brand è anche corredato da un logo che raffigura anche una lettera morsicata, in pieno stile Apple.
La svolta è arrivata nell’Agosto 2014, quando l’Ufficio per l’Armonizzazione del Mercato Interno ha dato loro ragione, affermando che “l’opposizione è rispettata dalla sua interezza“.
I due raccontano che Apple ha intentato causa non tanto per il brand in se, ma quanto su “un particolare del logo: la J che appare morsicata, richiamando la celebre mela. Ma una lettera non è un frutto e di conseguenza quello sulla lettera non può essere un morso. Per questo eravamo inattaccabili da ogni punto di vista“.
A livello di prodotti, i due giovani imprenditori oggi collaborano con Sticky Factory, una startup molto famosa e specializzata nel design di capi d’abbigliamento, ed hanno già lanciato borse, t-shirt, jeans ed accessori vari, ma hanno anche intenzione di lanciarsi nel campo dell’hi-tech.
Fonte: tech.everyeye.it