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Il pancreas artificiale è realtà: una manna per chi soffre di diabete
Di pancreas artificiale si sente parlare da tempo, ma un test condotto da un team della Harvard John A. Paulson School of Engineering and Applied Sciences (SEAS) ha testato e provato i vantaggi di una soluzione realmente efficace.
Il sistema si basa, esattamente come altri test di questo genere, su una pompa di insulina e un CGM, ovvero un glucometro costante come il Dexcom G4 di Roche. A fare la differenza però sarebbe la parte “intelligente”, ovvero l’algoritmo che è in grado di leggere i dati provenienti dal glucometro e impartire di conseguenza ordini al micro-infusore. Il tutto è basato su un modello predittivo (MPC), che quindi è in grado di studiare le abitudini del paziente e regolare la dose di insulina non soltanto in base al livello di glicemia nel sangue, ma anche al momento della giornata o al tipo di attività fisica che il paziente sta svolgendo.
Il dispositivo ideale per questo tipo di calcoli, ma anche per la connessione simultanea alla pompa e al glucometro, è molto probabilmente uno smartphone. Tuttavia non è escluso che le aziende produttrici di dispositivi medicali possano sviluppare un dispositivo pensato appositamente per lo scopo. Simile quindi a uno smartphone, ma più orientato all’uso medico.
Il risultato della sperimentazione di 12 settimana su 30 pazienti è stato chiaro: da un lato c’è stato un abbassamento dell’Emoglobina Glicata (HbA1c), che è una misurazione in grado di dare un’indicazione sul livello medio della glicemia nei mesi passati, dall’altro c’è la diminuzione degli episodi di ipoglicemia.
Il team dietro questa sperimentazione però non è soltanto americano. Tra i ricercatori spunta infatti anche il nome di un italiano, Claudio Cobelli dell’Università di Padova. Una piccola nota d’orgoglio nazionale e un segno concreto che anche l’Italia sta dando un prezioso contributo alla terapia del diabete di tipo 1.
Fonte: dday.it





