- Pa: trasparenza siti, il Garante Privacy chiede più tutele per i dati personali
- Dossier sanitario: il Garante Privacy sanziona una Asl
- Quando il preposto è ritenuto responsabile dell’infortunio accaduto a un lavoratore
- Trasporti: Garante Privacy, più tutele per i dati degli abbonati Sanzionata un’azienda che aveva raccolto consensi marketing non validi
- Trasporti: Garante Privacy, più tutele per i dati degli abbonati Sanzionata un’azienda che aveva raccolto consensi marketing non validi
- Rischio chimico: chi ha la responsabilità della compilazione delle SDS?
- Gli infortuni nel settore industria e servizi nel 2022
- Sulla responsabilità per infortuni presso macchine non conformi
- Salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: un manuale per la prevenzione
- Amianto, Direttiva UE 2023/2668: nasce una nuova figura professionale Amianto, Direttiva UE 2023/2668: nasce una nuova figura professionale Autore: Ufficio Stampa
- Agenti cancerogeni e mutageni: ambienti di lavoro e attività a rischio
- Quando il comportamento di un lavoratore è imprevedibile o abnorme
- La valutazione del rischio e la prevenzione della violenza in sanità
- App per diabetici: il Garante Privacy multa una società di dispositivi medici Aveva inviato in chiaro e-mail a centinaia di pazienti diabetici
- Data breach: il Garante sanziona UniCredit per 2,8 milioni di euro Multa di 800mila euro anche alla società incaricata di effettuare i test di sicurezza
- Telemarketing: il Garante privacy sanziona Enel Energia La società non aveva protetto le sue banche dati da accessi di procacciatori abusivi
- L’RSPP non è tenuto ad assicurarsi che il datore di lavoro adempia
- E-mail dei dipendenti, il Garante privacy avvia una consultazione pubblica
- Antivirus prometteva di proteggere la privacy degli utenti ma in realtà faceva l’esatto opposto, Avast sanzionata per 16,5 milioni di dollari
- Lavoro, Calderone: in prossimo Cdm provvedimento organico in materia di salute e sicurezza
Ecco chi era il garante della privacy Giovanni Buttarelli
Giovanni Buttarelli è scomparso a Milano all’età di 62 anni. Era nato a Frascati il 24 giugno del ‘57. La sua importanza nella vita dei cittadini europei è stata inversamente proporzionata alla poca fama che aveva sul largo pubblico. Non aveva mai cercato visibilità, con coerenza: magistrato della Corte di Cassazione, era da cinque anni il Garante europeo per la protezione dei dati. Con questa carica, soprattutto dal 24 maggio 2018 quando era entrato in vigore il Gdpr, il Regolamento europeo sulla privacy, avrebbe potuto reclamare – come è ormai abitudine nell’era dell’autopromozione sui social network – il suo posto nella complessa e delicata battaglia per i diritti fondamentali della cittadinanza digitale. Ma lo avrebbe trovato poco elegante e incoerente.
Per lui la battaglia sui valori della privacy non era un campo scelto per fare carriera ma una passione legata ai suoi studi, fin da quando, laureatosi cum laude all’Universita La Sapienza di Roma, aveva fatto da assistente alla cattedra del Professor Franco Cordero. In questo lo possiamo definire senza fare torto a nessuno un visionario: aveva compreso prima degli altri, fin dalla fine degli anni Ottanta, che l’informatica avrebbe messo al centro del dibattito mondiale il tema dei dati personali e della privacy. Oggi, trenta anni dopo, la sua previsione si è avverata. Per questo ne era diventato uno dei massimi esperti mondiali, aveva partecipato a numerosi tavoli di lavoro in diverse sedi, ed era stato l’autore del disegno di legge sulla Privacy italiana del ‘96. Partecipando a un incontro al Corriere della Sera lo scorso maggio in concomitanza con il primo anno del Gdpr (un confronto al quale non si era sottratto anche se la malattia lo aveva già costretto all’immobilità) aveva rivendicato sempre con una rara eleganza solo due cose: l’importanza nella società della magistratura che definisce le norme (di cui aveva un rispetto religioso) in difesa dei valori.
E il fatto di avere avuto un ruolo fondamentale nel convincere il ceo di Apple, Tim Cook, a richiedere anche per gli Stati Uniti (nel pieno del dibattito sullo scandalo di Facebook e Cambridge Analytica) un regolamento sulla falsariga di quello europeo. Aveva in animo da tempo di scrivere un libro non per mettere la firma sul lavoro svolto, ma per aumentare la sensibilità delle persone nei confronti delle battaglie civili sulla privacy. Dal 2016, dopo una lunga carriera accademica in varie Università, era diventato professore di informatica giuridica presso la Facoltà di Giurisprudenza della Luiss Guido Carli di Roma. Era stato nominato presso il comitato High Level Policy per il progetto europeo “Percezione pubblica della sicurezza e della privacy” dal Peace Institute di Oslo. Era un uomo coraggioso come aveva dimostrato in questi mesi di lotta alla malattia anche a chi lo conosceva poco e lo avrebbe voluto conoscere meglio.
Fonte: corriereinnovazione.corriere.it