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Inail: più tutela sul lavoro
Alcune recenti notizie hanno riportato l’attenzione sugli incidenti sul lavoro, una piaga che, al di là dei singoli episodi, mostra un trend in peggioramento. Secondo il bollettino trimestrale dell’Inail, nel periodo gennaio- marzo di quest’anno si sono infatti registrate 212 denunce di infortunio con esito mortale, contro le 190 dei primi tre mesi del 2017.
L’aumento riguarda principalmente gli uomini, il cui numero di decessi è aumentato di 20 unità, mentre per quel che riguarda le donne i casi sono passati da 30 a 32. Gli incidenti mortali sono cresciuti nel Settentrione (+40% nel Nord-ovest e +22% nel Nord-est), mentre hanno mostrato un calo al Sud (-20%) e nelle Isole (-24%). Va però anche detto che l’aumento è dovuto soprattutto agli incidenti avvenuti “in itinere”, ovvero nel percorso fra casa e lavoro, che sono passati da 43 a 67 (+56%). Inoltre il peggioramento è avvenuto negli ultimi anni, mentre se si allunga il periodo di analisi si registra un deciso miglioramento.
Le regioni che mostrano diminuzioni di oltre dieci punti percentuali rispetto al periodo gennaio-marzo 2017 sono: l’Abruzzo (-79%), la Puglia (-50%), la Toscana (-40%), la Liguria, (-40%), la Sicilia (-33%) e il Friuli Venezia Giulia (-16,67%). Si rileva, inoltre, una diminuzione al di sotto dei dieci punti percentuali in Campania (-8%), dove si registra un caso in meno. Sotto il profilo della numerosità si segnalano: 15 casi in meno in Abruzzo, 6 in meno sia in Sicilia e in Toscana, 4 casi in meno in Liguria e in Puglia. Nelle province autonome di Trento e Bolzano dove, nel periodo gennaio-marzo 2017 non si erano rilevate denunce, c’è un solo caso denunciato a Trento.
Tra le regioni che hanno registrato aumenti ci sono: la Lombardia, dove sono stati denunciati 14 casi in più, il Lazio e il Piemonte, rispettivamente con dieci e nove denunce in più, l’Emilia Romagna e la Calabria dove, in entrambi i casi, si rilevano sei denunce in più, il Veneto (+4) e la Basilicata (+3). La stessa Inail, in un altro documento realizzato in collaborazione con Accredia e l’Associazione Italiana Cultura Qualità (Aicq), indica la strada per ridurre significativamente il numero degli incidenti: la prevenzione basata sui sistemi di gestione certificati sotto accreditamento. Secondo i dati dello studio, infatti, il passaggio da un livello di sicurezza base a un livello di sicurezza certificato comporta una riduzione pari a circa il 16% degli infortuni, che nel 40% dei casi sono meno gravi rispetto a quelli che avvengono nelle aziende non certificate.
L’entità di queste riduzioni, però, può variare sensibilmente a seconda del settore di attività preso in considerazione. In quello del legno, per esempio, il calo della frequenza degli infortuni nelle aziende certificate è solo del 7%, mentre l’indice che ne misura la minore gravità tocca il 61%.
Il tessile, invece, registra una riduzione del 10% dell’indice di frequenza e del 30% di quello di gravità. «L’analisi promossa dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro insieme ad Accredia e Aicq è un primo risultato utile per individuare i fattori prevalenti che hanno condotto le imprese sulla strada della certificazione e per valutare gli esiti di questa propensione alla qualità — spiega Massimo De Felice, presidente dell’Inail — È un risultato che apre a domande e curiosità, sollecitando l’arricchimento della base informativa, il controllo intertemporale, l’analisi di causalità». Nell’ultimo triennio sono aumentate di un terzo il numero delle aziende che hanno scelto di certificare sotto accreditamento il proprio sistema di gestione della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro (Sgsl).
La norma di riferimento finora è stata lo standard britannico OHSAS 18001, emanato nel 1999 e rivisto nel 2007, che è destinato a essere sostituito dalla nuova certificazione internazionale UNI ISO 45001, pubblicata lo scorso 12 marzo. Un’indagine qualitativa su un campione di 311 aziende certificate secondo la norma BS OHSAS 18001, condotta da Inail, Accredia e Aicq, ha rilevato che quasi la totalità delle imprese (98,4%) in seguito alla certificazione del proprio sistema di gestione ha verificato un miglioramento delle prestazioni in sicurezza, misurate attraverso il numero di infortuni e malattie professionali (74,6% dei rispondenti) e dei mancati infortuni (70,1%), le ore di formazione (63,3%) e le non conformità gestite (55,6%).
«Nella maggioranza dei casi la scelta di certificare il sistema di gestione deriva da un’iniziativa della direzione aziendale e, nei settori delle costruzioni e del commercio, dalla richiesta del mercato — afferma Claudio Rosso, il presidente di Aicq — Il miglioramento di immagine per l’impresa certificata rispetto ai propri clienti, ma anche rispetto al gruppo industriale di appartenenza, è un asset per l’azienda che porta con sé un importante ritorno di competitività. Allo stesso tempo, circa un terzo delle imprese certificate rileva un limite a una maggiore diffusione della certificazione nella scarsa conoscenza dei benefici, a cui si aggiunge, per le aziende del settore delle costruzioni, un’elevata incidenza dei costi iniziali».
Dall’analisi regionale dei dati sulle aziende certificate per la norma BS OHSAS 18001 si rileva una maggiore attenzione al tema della gestione della sicurezza sul lavoro in Valle d’Aosta (24,9% sul totale delle imprese certificate per i sistemi di gestione), Liguria (18,5%), Friuli Venezia Giulia (17,0%) e Trentino Alto Adige (14,7%) nel Settentrione, in Umbria (15,4%), Marche (14,6%) e Toscana (14,5%) nel Centro, mentre al Sud spiccano Molise (13,5%), Basilicata (13,1%) e Puglia (12,8%). Nei primi tre mesi 2018 gli incidenti mortali sul lavoro sono cresciuti nel Settentrione (+40% nel Nord-ovest e +22% nel Nord-est), mentre hanno mostrato un calo al Sud (-20%) e nelle Isole (-24%) La Toscana guida la classifica delle malattie professionali denunciate che tra gennaio e marzo scorso hanno raggiunto quota duemila. Seguono Emilia Romagna e Marche.
Fonte: repubblica.it