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Morti sul lavoro, 6 persone hanno perso la vita in 24 ore in diversi incidenti
Sei persone hanno perso la vita ieri, martedì 28 settembre, in diersi incidenti mentre stavano lavorando. Emanuele Zanin, 46 anni, e Jagdeep Singh, 42, sono morti all’Università Humanitas di Pieve Emanuele, nel Milanese, mentre caricavano una cisterna di azoto liquido. A Nichelino, nell’hinterland di Torino, il titolare di un’officina meccanica, Leonardo Perna di 72 anni, è morto cadendo da un’impalcatura alta 2 metri. Un altro operaio che lavorava nella ditta Lavor Metal a Loreggia, nel Padovano, è deceduto dopo essere caduto da un’impalcatura di 5 metri. Un camionista a Capaci, Giuseppe Costantino, è stato travolto dal suo tir. In serata, infine, un agricoltore è morto nella provincia di Pisa dopo essere stato praticamente decapitato dalle lame di una trebbiatrice. I sindacati hanno chiesto di nuovo più sicurezza. Il ministro Andrea Orlando ha assicurato che il piano sicurezza arriverà nelle prossime settimane.
I due tecnici morti all’Università Humanitas di Pieve Emanuele
La scia di sangue sul lavoro ieri è iniziata a Pieve Emanuele (Milano), dove nel campus universitario Humanitas, collegato all’omonimo ospedale, un getto di azoto liquido ha investito due tecnici di un’azienda esterna causando ustioni da congelamento. La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, al momento a carico di ignoti, e ha disposto il sequestro dell’autocisterna con cui stavano effettuando il rifornimento di azoto liquido e del serbatoio-cisterna in cui viene depositato il liquido che è usato nei laboratori dell’università per crioconservare cellule. Emanuele Zanin, bresciano di 46 anni, e Jagdeep Singh, indiano di 42, lavoravano per la Autotrasporti Pé, specializzata in trasporti criogenici e dotata di certificazioni specifiche. I loro corpi, su cui è stata disposta l’autopsia, sono stati trovati a terra in fondo a un locale a cielo aperto, una sorta di incavo che contiene il serbatoio-cisterna, mentre l’autocisterna era a fianco del serbatoio. Una delle ipotesi è che siano stati investiti da una perdita di azoto. Al caso lavorano i carabinieri e il personale dell’Ats di Milano per verificare se ci siano stati errori nella manovra o mancanze strutturali.
Il titolare di un’officina morto a Nichelino
Indagini anche su un altro incidente mortale accaduto a Nichelino, nell’hinterland torinese. Il titolare di un’officina, Leonardo Perna di 72 anni, è caduto da un’impalcatura alta 2 metri in un’officina meccanica in via XXV Aprile. Nella caduta avrebbe sbattuto violentemente la testa. Al momento dell’incidente l’uomo era solo e i primi a dare l’allarme sono stati i dipendenti di una ditta vicina all’officina, accorsi dopo aver sentito dei rumori. All’arrivo dei soccorritori il 72enne era già morto.
Un imbianchino morto a Loreggia
Morte anche a Loreggia, in provincia di Padova: Valerio Bottero, imbianchino di 52 anni, è caduto da un’impalcatura alta 5 metri ed è deceduto sul colpo. L’uomo era titolare di una ditta di tinteggiatura e stava lavorando a una facciata dell’azienda Lavor Metal, di cui non era dipendente diretto. Accertamenti per chiarire la dinamica dell’incidente e verificare eventuali violazioni in tema di sicurezza sul lavoro.
L’autista di un tir morto a Capaci
Ieri è morto anche Giuseppe Costantino, 52 anni. L’uomo aveva finito le operazioni di carico e scarico della merce a Capaci ed era andato nella parte posteriore del suo tir per alcune verifiche. Il mezzo però si è messo in movimento e ha travolto e ucciso l’autista.
Un imprenditore agricolo morto a Pontasserchio
Infine, ieri sera, un imprenditore agricolo di 54 anni è morto dopo essere stato praticamente decapitato dalle lame di una macchina agricola, una trebbiatrice, a Pontasserchio, in provincia di Pisa. Secondo una prima ricostruzione, l’agricoltore sarebbe stato risucchiato dalle grosse lame del mezzo agricolo dopo essersi accovacciato per verificare se la macchina avesse avuto un guasto o comunque un altro problema che ne impediva il corretto funzionamento. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per liberare il corpo rimasto intrappolato nel macchinario e i carabinieri per ricostruire la dinamica.
Sindacati chiedono più sicurezza. Orlando: piano nelle prossime settimane
Dopo gli ultimi incidenti, i sindacati sono tornati a chiedere più sicurezza perché “non abbiamo più tempo, non si può più aspettare”. Per il leader della Cgil Maurizio Landini “serve una norma che fermi le aziende sino a quando non sono ripristinate le norme di sicurezza”. In un’intervista alla Stampa, ha spiegato che sul dossier sicurezza con il premier Mario Draghi si stanno facendo “progressi veri”, ma “la serie degli incidenti dimostra l’urgenza di agire. Qualità del lavoro, salute e sicurezza devono diventare una priorità nazionali”. È intervenuto anche il ministro del Lavoro Andrea Orlando: “Il piano sicurezza sui posti di lavoro sarà pronto nelle prossime settimane. Nel frattempo assumeremo provvedimenti immediati che anticipano il piano stesso. Lavoreremo sulla costruzione di una banca dati per raccogliere le violazioni che fin qui non c’è stata. Stiamo lavorando per definire delle sanzioni più tempestive per chi viola le norme”.
Fonte: tg24.sky.it