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Pensione a 67 anni, da maestre a ferrovieri: chi eviterà l’aumento
Operai edili, conciatori, macchinisti e ferrovieri, camionisti, infermieri che lavorano su turni, facchini o addetti alle pulizie, spazzini, maestre d’asilo. Potrebbero essere queste le attività gravose o difficoltose esentate, totalmente o in parte, dal meccanismo di adeguamento all’aspettativa di vita. Sono le stesse categorie professionali che possono chiedere l’indennità dell’Ape social al compimento dei 63 anni, con 36 anni di contributi.
Si tratta, ricorda il Messaggero, di una platea disegnata con molta attenzione lo scorso autunno, quando a seguito dell’intesa con i sindacati il governo aveva inserito nella legge di bilancio un primo pacchetto di misure previdenziali.
Lo schema della sospensione del meccanismo dell’adeguamento all’aspettativa di vita è lo stesso che sempre con la penultima legge di Bilancio era stato applicato ai lavori usuranti. Categoria questa diversa e più ristretta rispetto a quella delle attività gravose: ne fanno parte minatori, palombari, addetti agli altiforni, lavoratori impegnati in spazi particolarmente stretti, oppure in turni notturni continuativi e ancora addetti alla catena e autisti di mezzi pubblici.
I lavoratori in questione avevano già la possibilità di andare in pensione con regole meno severe di quelle della riforma Fornero: sostanzialmente con il vecchio sistema delle quote pur se inasprito, ad un’ età che va a seconda delle singole sottocategorie dai 61 a 7 mesi a 64 anni e 7 mesi. A questo regime particolare è stata poi aggiunta la sospensione fino al 2026 dell’ adeguamento all’ aspettativa di vita.
Fonte: tgcom24.mediaset.it