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Infortuni sul lavoro, cosa deve cambiare in materia di sicurezza?
Alla luce dei tanti episodi, anche tragici, abbiamo chiesto all’ingegner Vanoncini, esperto del settore, la sua opinione su un argomento molto delicato.
Infortuni sul lavoro, il nostro territorio purtroppo non ne è esente. I fatti di cronaca parlano chiaro e raccontano ancora di tanti episodi, anche mortali. Come quello occorso ad ottobre ad un operaio 55enne, rimasto schiacciato da un macchinario all’interno di un’azienda di Pontida. Complessivamente siamo di fronte ad una tragedia continua: a livello nazionale le denunce di infortunio presentate all’Inail entro il mese di settembre 2023 sono state 430.829, in calo rispetto alle 536.002 dei primi nove mesi del 2022 (-19,6%), in aumento rispetto alle 396.372 del 2021 (+8,7%) e alle 366.598 del 2020 (+17,5%), e in diminuzione rispetto alle 468.698 del 2019 (-8,1%). I dati mettono in evidenza numeri ancora molto, troppo elevati. Come è possibile uscire da questa situazione? Lo abbiamo chiesto all’ingegner Matteo Vanoncini dell’IngMV di Brivio, esperto del settore inerente alla sicurezza sul lavoro.
Ingegner Vanoncini, quali sono le possibili soluzioni al problema degli infortuni sul lavoro?
Siamo sicuramente davanti ad un problema molto complesso e sfaccettato: non esiste una soluzione calata dall’alto che può andare bene per tutto. Sono invece necessarie una serie di azioni integrate che devono nascere da precisi ragionamenti, pensate e sviluppate affrontando le diverse cause che sono la radice di questo fenomeno.
Nel concreto, come possono comportarsi le aziende?
Di certo è bene suggerire loro di usare al meglio gli strumenti a disposizione. Nel dettaglio ciò significa usare in modo proficuo la formazione in materia di sicurezza, non vedendola però come un obbligo da rispettare, ma piuttosto come un’opportunità per far crescere le proprie maestranze. Non solo, un altro suggerimento è quello di avere una visione a lungo termine degli investimenti in tema di sicurezza, facendosi aiutare anche da consulenti esterni che dopo un’analisi approfondita dell’impresa possono suggerire una serie di interventi migliorativi e mirati sulla causa.
Mettiamoci ora nei panni dei lavoratori: che cosa possono fare?
In primis è necessario che prendano consapevolezza dell’importanza della sicurezza sul lavoro, perché è indispensabile per tutelare la propria salute. Oggi purtroppo tanti di loro non comprendono ancora lo scopo della formazione, delle procedure aziendali, degli apprestamenti, del rispetto delle regole, e vedono la sicurezza solo come una perdita di tempo e una limitazione alla loro libertà nell’operare.
Spesso si è portati a pensare che tanti infortuni capitino perché il lavoratore non rispetta le regole: è davvero così?
Come affermato in precedenza la questione è molto più complessa. Le cause sono molteplici e sicuramente una di queste è anche il mancato rispetto delle regole e delle procedure da parte dei lavoratori. Ma non tutto, perché per esempio possiamo citare le tempistiche sempre più ristrette richieste per svolgere un lavoro o produrre un bene: questa condizione comporta l’aumento dei ritmi produttivi e tutti sappiamo che la “fretta” non gioca certo a favore della sicurezza sul lavoro. Proprio per questo è fondamentale aumentare la consapevolezza in merito a questa tematica. Io suggerirei di inserire già nei vari percorsi di studi ai diversi livelli corsi sulla salute e sicurezza sul lavoro.
C’è un bel po’ di strada da fare…
Sì, è così: dobbiamo tutti risvoltarci le maniche, dagli imprenditori, ai dirigenti, ai lavoratori, ai formatori e ai tecnici esperti in sicurezza. Ciascuno deve remare insieme verso la meta, rappresentata da un aumento generale della sicurezza sul lavoro.
Fonte: primabergamo.it