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Arriva lo scontrino elettronico, come funziona per clienti e negozianti

Dopo la fattura elettronica, è tempo di scontrino elettronico: dal 1 luglio negozi ed esercizi commerciali con un volume d’affari superiore ai 400mila euro annui non rilasceranno più lo scontrino, ma avranno l’obbligo di inviare i dati della transazione all’Agenzia delle Entrate, attraverso un collegamento diretto via internet. Lo scontrino insomma da cartaceo diventerà digitale e a fine giornata verrà catalogato nei server del Fisco, che così non dovrà più aspettare la dichiarazione degli esercenti per coglierne il giro d’affari.

La speranza in questo modo è limitare le tentazioni di dichiarare meno di quanto realmente si guadagna. Ma cosa cambia davvero per chi ha un’attività commerciale e per noi consumatori? La carta sparirà del tutto? Ecco una piccola guida per orientarsi.

1. Chi dovrà emettere lo scontrino elettronico?

In questa prima fase, solo gli esercizi commerciali con un volume d’affari superiore ai 400 mila euro, che in Italia sono all’incirca 200mila: dai punti vendita dei grandi brand agli alberghi e ai ristoranti di media grandezza, saranno loro i primi a dover provvedere allo scontrino elettronico. Ma dal 2020 l’obbligo verrà esteso anche ai piccoli, cioè a circa 2 milioni di esercizi nel nostro paese, artigiani inclusi, eccezion fatta per farmacie, tabaccai, edicole, venditori di prodotti agricoli e di servizi di telecomunicazione e aziende di trasporto pubblico. Per ora saranno esentate anche una serie di categorie speciali, dai gondolieri di Venezia ai venditori di panini negli stadi.

2. Cosa cambia per noi consumatori?

Non avremo più lo scontrino, ma un documento commerciale, ovvero una ricevuta sempre di carta, senza valore fiscale che potremo conservare ai fini della garanzia, per il cambio merce e eventuali detrazioni. “Ma in quest’ultimo caso – spiega Paolo Foresi, responsabile dei servizi tributari di Confcommercio Milano – dovremo chiederlo esplicitamente e mostrare codice fiscale o partita iva all’esercente”.

Volendo potremo chiedere anche di ricevere via email una copia digitale di tale ricevuta. Ma attenzione: l’esercente non sarà obbligato a fornircela. “Non tutti sono attrezzati per farlo. Ma il documento commerciale – continua Foresi – potrà tranquillamente essere scannerizzato con lo smartphone”. In tempi di email marketing, però è facile immaginare che al gestore di un’attività commerciali avere l’email di un cliente potrebbe tornare utile.

3. Qual è la differenza tra il vecchio scontrino e quello nuovo, elettronico?

Anzitutto quello che ci verrà dato in seguito a una transazione non è uno scontrino fiscale, ma un documento che avrà solo valenza civilistica: potremo usarlo per la garanzia, come prova di pagamento, ecc”, prosegue l’esperto di Confcommercio Milano. L’innovazione insomma più che altro riguarderò gli esercenti: non saranno sanzionati per la mancata emissione dello scontrino, ma una volta ricevuto il pagamento saranno comunque obbligati a registrare la vendita.

4. Spariranno i registratori di cassa?

Sì, nel senso verranno sostituiti da un registratore telematico”, spiega ancora Foresi: “Ma chi possiede un registratore di cassa di nuova generazione potrebbe anche doverlo solo adeguare”. Quel che è sicuro è che accanto al nuovo registratore troveremo un qr code dell’Agenzia delle entrate. “Inquadrandolo con il nostro smartphone potremo così verificare che è abilitato”, spiega l’esperto.

Una differenza fondamentale tra i registratore di cassa e quello telematico, è che quest’ultimo a fine giornata invierà tutte le transazioni avvenute ai server dell’Agenzia delle entrate.

5. Cosa produrrà di positivo lo scontrino digitale?

Daniele Lombardo di TeamSystem, azienda specializzata in soluzioni digitali per la gestione del business di imprese e professionisti, spiega: “Gli esercizi commerciali non dovranno più preoccuparsi di inserire manualmente e in un secondo momento come avviene oggi i dati delle transazioni. Il procedimento sarà automatizzato. Non solo: avere questi dati già organizzati potrà aiutare gli esercenti a capire meglio come sta andando l’attività e faciliterà il controllo di gestione, perché tutti i dati della contabilità saranno integrati e disponibili”.

Gli effetti positivi dello scontrino elettronico? “Difficile vederli oggi”, conclude Foresi: “Mentre prima i nostri imprenditori avevano ricevute e scontrini fiscali e poi li registravano manualmente o con sistemi elettronici, quindi l’adempimento era interno, ora con i corrispettivi telematici il dato viene subito trasmesso all’agenzia. Il che dovrebbe essere utile per contrastare l’evasione. In questa prima fase però per gli esercenti è ancoradifficile cogliere i reali vantaggi dello scontrino elettronico, visto che tra l’altra in Italia ci sono anche dei ritardi: non tutto il paese è pronto“.

6. E la lotteria?

Dal 2020, quando lo scontrino digitale si diffonderà capilalrmente anche ai piccoli esercizi commerciali, entrerà in vigore la lotteria degli scontrini o dei corrispettivi.

I dettagli attuativi sono ancora in via di definizione, ma è probabile che sarà legata all’emissione della ricevuta fiscale. Dopo aver inserito il codice fiscale, il commerciante o l’artigiano invierà il corrispettivo al Fisco e tutti gli scontrini con le nostre credenziali finiranno in un database dei Monopoli, che procederanno all’estrazione virtuale di premi mensili e annuali. Inutile dire che il senso dell’iniziativa è quello di spingere i contribuenti a chiedere regolare ricevuta, facendo così emergere il nero.

Funzionerà? A Taiwan dove è la lotteria degli scontrini è nata nei primi anni 50, continua a essere operativa, dunque qualche buon risultato l’ha dato. In anni recenti ci hanno provato, tra gli altri, anche Cina, Malta, Slovacchia, Portogallo e Georgia. E su scala regionale anche alcuni paesi sudamericani. Ma non tutti col medesimo successo.

L’Italia, che secondo una relazione finanziaria del Parlamento europeo, è il paese europeo con l’evasione fiscale più elevata, sia in valori assoluti sia in rapporto al numero di abitanti (190,9 miliardi evasi ogni anno), potrebbe dunque essere il vero banco di prova della lotteria “fiscale”.


Fonte: wired.it

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